Soft skills
In ambito professionale è noto che le hard skills, da sole, non bastano.
Per poter raggiungere risultati è necessario avere anche le soft skills.
Quello che forse non sai è che l'Organizzazione Mondiale della Sanità le ha descritte come abilità fondamentali per il benessere.
Soft skills
Hard e soft skills
La scuola e l'università ci riempiono di hard skills, cioè di competenze tecniche o specialistiche richieste per un determinato compito o lavoro.
Una volta fuori, se non sviluppiamo anche le soft skills andiamo poco avanti. Non parlo solo di vita professionale.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) le ritiene indispensabili per il benessere.
Le soft skills sono le competenze di base che consentono di agire con competenza sul piano individuale e sociale.
Si tratta di abilità e capacità che permettono di comportarsi in modo versatile, positivo e efficacemente flessibile.
Sono state anche definite empowerment skill perché, a parità di competenze tecniche, potenziano il raggiungimento degli obiettivi.
Per convenzione si descrivono separatamente le singole soft skill, ma nella realtà si embricano e agiscono in sinergia.
L'OMS ha distinto 3 tipi di soft skills: cognitive, emotive e relazionali.
Soft skill cognitive
Possiamo avere tutte le conoscenze del mondo ma se non sappiamo trasformale in azioni efficienti, rimangono li appese come il diploma o la laurea incorniciati e sotto vetro.
Attraverso il pensiero critico analizziamo oggettivamente le informazioni, le esperienze e le situazioni per capirne i vantaggi e gli svantaggi. Cerchiamo di distinguere i fatti dalle impressioni, dai pregiudizi e dalle interpretazioni. Impariamo a riconoscere i fattori esterni che influenzano i pensieri, le emozioni e i comportamenti, nostri e degli altri. Il pensiero critico ci permette di comprendere il problema.
Il pensiero creativo ci fa trovare soluzioni alternative, attraverso la curiosità di capire cosa sta succedendo, astenendosi dal giudizio. Si dice "andare in divergenza" quando si vuole indicare quel pensiero che trova soluzioni nuove, che prende strade diverse da quella nota. Come diceva Einstein è folle pensare di poter risolvere un problema con le stesse soluzioni che lo hanno generato.
Il problem solving ci consente di scegliere poi la soluzione più efficace per quelle persone in quel determinato contesto. La soluzione più efficace è quella che ci permette di soddisfare i bisogni razionali, pratici, relazionali ed emotivi.
Attraverso il decision making prendiamo decisioni dopo aver valutato le conseguenze di tutte le soluzioni che abbiamo trovato per risolvere il problema che abbiamo valutato.
Soft skill emotive
Si dice che i manager vengono assunti secondo il loro quoziente intellettivo e che vengono licenziati a causa del quoziente emotivo.
É difficile muoversi nel mondo se non si ha consapevolezza di sè. É cruciale saper indentificare le proprie emozioni, i propri bisogni, i punti di forza, le aree di miglioramento, i modi di reagire, le nostre preferenze e i nostri desideri.
Facciamo pace con il fatto che è impossibile non provare emozioni, quello che possiamo e dobbiamo fare è gestirle. La gestione delle emozioni permette di usarle come strumenti per non reagire in base a esse ma agire in modo consapevole. In questo modo possiamo agire dei comportamenti in modo lucido, scegliendo consapevolmente quello più funzionale, anche in base alle conseguenze immediate e quelle a lungo termine, per noi e per gli altri.
Un'altra cosa da gestire è il protagonista delle nostre vite, lo stress. La gestione dello stress è una soft skill necessaria per "fermare il mondo" e applicare tutte le altre. Occorre riconoscere lo stress e gestirlo per tornare a una situazione di lucidità che ci consente di modificare l'ambiente e noi stessi. Per farlo occorre conoscere molto bene qual è il proprio livello di sopportazione, quello che funziona come la valvola che si mette a fischiare quando la pressione della pentola è arrivata al valore massimo.
Soft skill relazionali
Siamo animali sociali e come tali abbiamo la necessità di entrare in relazione con gli altri. 
Visto che è impossibile non comunicare, meglio farlo attraverso una comunicazione efficace che ci permette di trasmettere informazioni, di esprimerci in tutte le situazioni, con qualsiasi interlocutore, attraverso una comunicazione verbale, paraverbale (tono e volume di voce, pause) e non verbale (gesti, posizioni del corpo) chiara e coerente. Prima di iniziare a parlare dobbiamo chiederci qual è il motivo per cui vogliamo comunicare, cosa vogliamo ottenere e cosa desideriamo che accada a seguito della nostra comunicazione.
Attraverso una comunicazione efficacie si creano relazioni efficaci con le persone importanti per noi e siamo in grado di interrompere quelle inadeguate. Diventiamo assertivi, in grado di affermare se stessi e le proprie opinioni senza provocare gli altri e senza subire prevaricazioni o sottomissioni. É fondamentale anche stabilire confini funzionali tra le persone coinvolte in una relazione di qualsiasi tipo e mantenere un clima positivo e costruttivo.
L'ingrediente fondamentale è l'empatia, la capacità di mettersi nei panni degli altri, comprendendo come si sentono, riconoscendo le emozioni dell'altro senza esserne sopraffatti. L'empatia si innesca attraverso l'ascolto attivo e interessato all'altro.
Ho sintetizzato un argomento complesso in poche righe, per approfondire e capire come sviluppare queste 10 soft skills.
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Redazione DonnaJobs
Valentina Zipoli
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Sono Valentina Zipoli Neurologa Coach & Trainer, benvenuti nella mia nuova rubrica “Il Cervello se lo Conosci lo Usi”
Sono un vulcano ricco di passioni. Nel mio percorso di donna, mamma, medico, dirigente d’azienda, coach e formatrice ho visto fin troppe persone che stanno sprecando la loro vita.
La mia missione è convincerle che sono migliori di quello che pensano di essere.
Le conoscenze scientifiche, le competenze acquisite nelle mie preziose esperienze, e soprattutto la forza dei gruppi di persone di cui faccio parte sono gli ingredienti del mio modo di fare coaching e di insegnare.
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