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Quanti cervelli abbiamo

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Vietato ridere pensando che qualcuno non ne usa nemmeno uno!

Anche se inconsapevolmente, lo usiamo eccome e, fin dal momento in cui i bisogni primari sono stati soddisfatti, abbiamo cominciato ad usarlo anche per interrogarci sulla sua essenza,

Filosofi e antropologi hanno detto la loro, finché sono arrivate le neuroscienze che hanno potuto dimostrare come funziona davvero...o almeno quello che, a oggi, sappiamo di lui.

Quanti cervelli

Il cervello tripartito


DJ DocZipELica

Platone descrive due animali che tirano in direzioni opposte: gli istinti di sopravvivenza (fame, sete, riproduzione) e le emozioni (gioia, rabbia e paura). 

Il filosofo greco afferma che a placare questo costante tiro alla fune che porterebbe a comportamenti inefficaci,  c'è il pensiero razionale che imbriglia le bestie e ci guida in sentieri più funzionali e civili.

McLean, nel 1985, riprende la teoria della tripartizione con il cervello trino. 

Durante l'evoluzione si sarebbero sovrapposte le strutture cerebrali come anelli del tronco di un albero, separate ma integrate in un tutt'uno.

Il cervello rettile è responsabile degli istinti di sopravvivenza, il cervello limbico è la sede delle emozioni e la neocorteccia dei primati è dove si sviluppano il pensiero critico, la logica, il linguaggio e altre funzioni cognitive "evolute".

I tre cervelli si attiverebbero in sequenza e per conquistarli occorrerebbe ingaggiare il rettile, sedurre il limbico e convincere la neocorteccia.

Su questa ripartizione si basano le più fiorenti tecniche di marketing.

 

Pensieri lenti e veloci

DJSPazzaneveAiuto

Lo psicologo Daniel Kahneman, premio Nobel per l'economia, distingue due tipi di pensiero, veloce e lento, attribuiti a due sistemi diversi che chiama, per semplificare, S1 e S2.

S1 è intuitivo ed è responsabile del pensiero veloce, praticamente immediato e raccoglie il rettile e il limbico.

S2 è logico ed è responsabile della scelta meditata, del pensiero lento e corrisponde alla neocorteccia.

Secondo questa teoria S1 opera in fretta, in modo automatico, raccogliendo sensazioni, intuizioni, impressioni, intenzioni e impulsi. Decide se sono familiari o meno e, in base a questa valutazione rapidissima, li passa a S2 o li elabora da solo innescando comportamenti che non hanno niente a che fare con la "razionalità".

Se avviene qualcosa di sorprendente, S1 passa la palla a S2 che si focalizza su quel determinato evento e lo elabora analiticamente. Quando S2 entra in funzione diventiamo consapevoli della sforzo mentale, della concentrazione, delle azioni e delle scelte che facciamo.

Stai pensando che utilizziamo S2 più di S1? Siamo immersi in input sensoriali che arrivano da fuori e da dentro di noi. Si calcola che per ogni secondo arrivano al nostro cervello 11 milioni di bit (unità informative). Di queste, 40.000 sono gestite da S1, quindi solo 3 su 1000 mentre 997 sono cancellate. S2 è lento e pure pigro,  può gestire tra le 7 e le 14 "informazioni" alla volta. Nella migliore delle ipotesi, solo 3 su 1000 sono processate da S2. 

Quindi prendiamo decisioni rapide di pancia (S1) e solo dopo cerchiamo delle motivazioni razionali (S2) per dare ragione alla decisione che la pancia ha preso.

 

La rete neurale

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Il concetto di pigrizia di S2, può essere inserito nel contesto più ampio di allostasi, il mantenimento di stabilità di un sistema fisiologico in corso di un cambiamento.

Molto probabilmente, concorderai sul fatto che l'arrivo di un'ondata di 11 milioni di input al secondo rappresenti un bel cambiamento.

La psicologa Lisa Feldman Barrett introduce, in modo molto didattico, un nuovo modo di spiegare come funziona il nostro cervello.

Identifica un'unica rete neurale che si è sviluppata ed evoluta con un solo compito: mantenere il bilancio energetico di un sistema complesso come il corpo umano, per farlo sopravvivere e riprodurre.

Grazie agli studi più recenti nel campo delle neuroscienze, il cervello umano non è visto come un tronco d'albero a cui si sono aggiunti strati nel corso dell'evoluzione, né come due sistemi che girano a velocità diverse.

La Barrett utilizza una metafora efficacissima per descrivere come funziona il cervello: il sistema aeroportuale.

L'obiettivo è far arrivare ogni persona (informazione) nel posto giusto e al momento giusto per fargli compiere l'azione più efficace per mantenere il bilancio energetico del corpo umano.

 

I singoli neuroni sono rappresentati dagli aeroporti, ci sono gli hub e gli scali più piccoli.

I voli sono le ramificazioni dei neuroni che legano tutta la rete aeroportuale.

Quando due neuroni vengono in contatto si scambiano informazioni attraverso impulsi elettrici o sostanze chimiche, i neurotrasmettitoriDJcervellAeroporto I neurotrasmettitori funzionano come il personale di terra dell'aeroporto, che prende in carico i passeggeri e si assicura che prendano il volo giusto e che partano per la destinazione desiderata.

I neuroni sono immersi in un ambiente che forma la struttura cerebrale, ricco di altre sostanze chimiche, i neuromodulatori paragonabili alle condizioni atmosferiche: hanno poco a che fare con la rete aeroportuale ma la influenzano molto. Indipendentemente dal passeggero e dal volo, il meteo potenzia o rallenta le attività di un aeroporto. 

La metafora del sistema aeroportuale funziona benissimo anche per spiegare come funziona il cervello nel suo insieme.

Per arrivare dall'isola scozzese Barra all'isola caraibica di Saba (per citare due tra i più piccoli aeroporti al mondo), ci sono tantissime possibilità diverse: orario, giorno, compagnia, scali, costi... In neuroscienze si parla di ridondanza o di degenerazione quando ci sono più gruppi neuronali che assolvono lo stesso compito. 

Si rinforza il gruppo neuronale che viene utilizzato di più. Se in determinata stagione una meta diventa famosa, aumenteranno i voli per quella destinazione e le compagnie che sono in grado di fornire il servizio più efficiente, schizzeranno nei primi posti dei motori di ricerca e saranno le più utilizzate. Se dopo qualche anno cambia la moda, quelle tratte saranno meno utilizzate e, in poco tempo, scompariranno dai radar.

In ogni momento il nostro cervello deve prendere decisioni per far sopravvivere il corpo e mantenere la specie. Si potenziano i gruppi neurali più efficienti, ciò quelli che assolvono meglio il compito al minor costo energetico. Quelli inefficaci vengono potati.

Stiamo parlando di metafore, cioè di strutture linguistiche che permettono di spiegare concetti complessi in parole semplici e familiari per l'interlocutore.

Come dice la Barret, in testa non abbiamo rettili, autostrade o aeroporti. Abbiamo la migliore combinazione possibile per adattarci all'ambiante in cui viviamo per vivere e riprodurci.

 

  

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Valentina Zipoli - Neurologa Coach & TrainerSono Valentina Zipoli Neurologa Coach & Trainer, benvenuti nella mia nuova rubrica “Il Cervello se lo Conosci lo Usi”

Sono un vulcano ricco di passioni. Nel mio percorso di donna, mamma, medico, dirigente d’azienda, coach e formatrice ho visto fin troppe persone che stanno sprecando la loro vita.
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Le conoscenze scientifiche, le competenze acquisite nelle mie preziose esperienze, e soprattutto la forza dei gruppi di persone di cui faccio parte sono gli ingredienti del mio modo di fare coaching e di insegnare.
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