Ciao a tutte le donne che, almeno una volta nella vita, si sono trovate di fronte all'armadio pensando: "Non ho niente da mettermi!"
Come consulente d'immagine, capisco perfettamente questa sensazione, che va ben oltre la scelta degli abiti.
Prima di dedicarmi a questa professione, anch'io mi perdevo tra gli abiti, cercando il look giusto per le occasioni che consideravo importanti: tiravo fuori tutti i capi dall’armadio e stavo ore ed ore a cercare l’abbinamento giusto e alla fine mi accontentavo di una scelta che consideravo la “meno peggio” e uscivo di casa con quella sensazione.
In realtà mi succedeva anche quando ero in azienda ogni volta che avevo un evento con colleghi interni o clienti interni/esterni. La dinamica era la stessa, il criterio di selezione dei capi era diverso, che portava a un risultato finale in cui l’outfit scelto era il “meno peggio” e mi presentavo all’incontro pervasa da quella sensazione.
[Spoiler…. Ricordati questo dettaglio]
La formazione in ambito di consulenza d’immagine mi ha fornito le nozioni tecniche e, come spiegherò più avanti nell’articolo, mi ha aperto gli occhi su quanto si nasconda dietro l’affermazione “non ho niente da mettermi”. È molto più di una questione di abiti; è legato a come vogliamo sentirci in un determinato contesto, a come vogliamo essere percepite dagli altri.
In particolare, ho scoperto l’effetto domino innescato da quella sensazione di soddisfazione a metà.
Prima di continuare nella lettura di questo articolo dove potrai scoprire tutte queste importanti considerazioni, ti invito a fermarti un attimo e riflettere.
Prenditi una manciata di secondi di tempo e ripensa ad una volta che ti è capitato di dirti “non ho niente da mettermi”, cerca di ricordare i dettagli e se alla fine, anche tu, come me, hai fatto la scelta “meno peggio”, ripensa a quali erano le sensazioni che provavi.
Fatto? Complimenti e buon proseguimento!
Quando rovesciavo sul letto tutto l’armadio in cerca dell’outfit giusto, dicendo a mio marito “non ho niente da mettermi” lui mi guardava con un’espressione molto perplessa e volgendo lo sguardo verso quella catasta di abiti se ne usciva con un “com’è che non hai niente da metterti? Guarda quanta roba!” In effetti aveva ragione, fenomenologicamente non so nemmeno io quanti outfit erano disponibili, ma non ce n'era uno che andasse bene.
Che sensazione di frustrazione!!
In psicologia la frase “non ho niente da mettermi” si traduce in una ricerca di adattamento al contesto, nel desiderio di essere parte di un gruppo, di essere riconosciute e accettate, di cercare di assomigliare a qualcuno o di essere associata a un ruolo/livello gerarchico.
Come spesso succede, dietro una semplice frase si cela il nostro mondo interiore, le nostre aspirazioni e paure.
Torniamo indietro a quando ho raccontato dello stato d’animo e della sensazione scaturita dallo scegliere l’outfit “meno peggio” con i quali mi “presentavo” all’occasione personale o all’evento aziendale.
Secondo te, quella sensazione era fine a sé stessa o potrebbe avere avuto delle conseguenze?
Prima di procedere a leggere la risposta, riprendi l’esercizio che ti ho chiesto prima di fare e ripensa a cosa è successo a te durante il tuo evento.
Cosa succede quando ci presentiamo con un outfit che non ci rappresenta appieno? Non solo influisce sul nostro stato d'animo, ma può avere conseguenze sulle interazioni sociali e sull'autostima.
Uscire di casa con la sensazione di non indossare qualcosa di adeguato alla situazione mi faceva sentire diversa e non all’altezza, non mi dava la sicurezza che in quel contesto necessitavo e non mi faceva sentire pienamente appartenente a quel gruppo, e soprattutto, non mi rappresentava.
Tutte queste spiegazioni sono riuscita ad articolarle solo molto tempo dopo, grazie alla continua e approfondita formazione nella consulenza d’immagine.
Che cosa succede oggi e che tipo di trasformazione hanno le mie clienti?
Quando molti anni fa mi sono avvicinata alla psicologia come strumento per conoscermi meglio, avevo l'idea che gli psicologi avessero risolto tutti i loro problemi, quasi come se fossero creature semi-umane immuni agli alti e bassi della vita, sempre in grado di sapere cosa fare in ogni situazione. Tuttavia, la realtà si è rivelata diversa. Ho capito che i percorsi di psicoterapia non risolvono tutti i problemi, ma ti offrono una consapevolezza diversa su come e perché reagisci a determinate situazioni, con la quale puoi affrontarli.
Oggi, nella scelta dei miei outfit, sono diventata molto più decisa e veloce. Anche quando si presentano selezioni più difficili, nelle quali non ci si può limitare solo a pensare a cosa indossare ma dobbiamo tenere conto di tanti altri fattori, come ad esempio nel caso di viaggi, affronto tutto con un approccio più assertivo.
Questo è anche il passaggio chiave che incoraggio le mie clienti a compiere. Ne parlerò dettagliatamente nel mio prossimo articolo
Nel frattempo, se ti va, condividi la tua esperienza con me. Hai mai affrontato momenti di difficoltà nella scelta dell'abbigliamento? Come hai gestito la situazione? Cosa è successo dopo?
Sarà interessante conoscere i tuoi pensieri e le tue storie.
Stile che ispira, vita che cambia! Alla prossima
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Redazione DonnaJobs
Silvia Sorelli
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